Londra, 1880. Il giovane dottore Mortimer Granville lotta
per imporre le moderne e rivoluzionarie idee della medicina (tipo lavarsi le
mani e cambiare tutti i giorni la fasciature) all’interno di ospedali ed
ambulatori, gestiti però da medici fedeli alle vecchie tradizioni. Trovandosi
così disoccupato per l’ennesima volta finisce per bussare alla porta del Dottor
Dalrymple, specializzato in medicina femminile ed in particolare in una cura
“manuale” per l’isteria.
La maggior parte delle donne dell’upper class sembra essere
afflitta da questo male (che, come vedremo più avanti, altro non è che una
manifestazione di noia o di insoddisfazione sessuale, per la quale, in effetti,
la masturbazione può rappresentare talvolta un buon rimedio!) e il povero
Dottor Dalrymple non è più fisicamente in grado di “soddisfare” tutte le sue
pazienti. Decide così di avvalersi dell’aiuto di Granville.
In breve tempo il giovane Granville si ritroverà: alle prese
con un’orda di pazienti insoddisfatte, a gestire una relazione platonica con
Emily Dalrymple (figlia del dottore e modello di virtù), a cercare di contenere
gli eccessi di Charlotte (sorella di Emily, socialista, rivoluzionaria e
suffragetta) e, non ultimo, vittima di dolorosissimi crampi alla mano che
rischiano di compromettere notevolmente la sua attività.
Proprio quando la situazione rischia di precipitare
Mortimer, durante una visita al suo amico Edmund appassionato di elettronica,
si ritroverà a giocherellare distrattamente con l’oggetto, camuffato da
splolverino elettrico, che diventerà presto la soluzione ai suoi problemi
“manuali” nonchè il giocattolo preferito di tante tante tante donne.
Il film, visione molto romanzata della nascita del
vibratore, è stato tacciato dalla critica di essere un po’ troppo grezzo, superficiale
e naif. Inutile dire che io invece ho riso dall’inizio alla fine. Ho riso per
il fare scientifico con cui il Dottor Dalrymple illustra le tecniche
masturbatorie al suo giovane assistente, ho riso davanti alla splendida interpretazione
di Rupert Everett , ho riso davanti all’ironica ed appassionata visione del
mondo e della donna di Charlotte Dalrymple, ho riso per Molly Leccalecca, ho
riso all’idea del vibratore nato proprio nella pudica Inghilterra Vittoriana ed
ho riso all’idea che la Regina Vittoria
in persona ne facesse uso.
Il trailer di Hysteria
Ma soprattutto ho riso di soddisfazione perchè finalmente il
main strem si è degnato di offrire un prodotto che affronta le tematiche della
sessualità femminile e della condizione della donna in generale in maniera
giocosa ed ironica, senza impantanarsi in banali stereotipi e psicologia
spicciola e concentrandosi su un punto focale: il piacere. E finalmente il
vibratore viene presentato come oggetto di uso comune, in voga da secoli e
geniale nella sua praticità, e non come peccaminoso strumento del male!
"Not everyone loves football" : Promemoria per gli europei..
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