lunedì 28 gennaio 2013

Nessuno meglio di me


In un periodo in cui tutti vogliono essere qualcuno, io non sono nessuno. Ma proprio perché non sono nessuno, sono tutti. Ed essere tutti è meglio di essere qualcuno.

A Milano sono tutti designer. è incredibile. Qualunque professione/hobby/passatempo ecc tu svolga o abbia occasionalmente praticato pare ti dia diritto all'etichetta di designer. Però non si capisce mai tutti questi designer cosa "designano", dove come e quando espongono, se vendono qualcosa e se sì cosa e, in buona sostanza, che cosa fanno da mane a sera. Forse, inconsciamente, sono anche io una designer. Forse siamo tutti dei designer e dobbiamo solo far emergere il nostro design interno. Ma io mi chiedo: gli architetti, i fabbri, gli orafi, i sarti, i modellisti, gli ingegneri edili, i falegnami, gli idraulici, gli elettricisti, i calzolai, gli informatici, i pittori, gli scultori e i muratori che fine hanno fatto?

A Bologna tutti cambiano identità a seconda di come gira il vento. Per esempio, adesso c’è stata Artefiera e improvvisamente erano tutti artisti/collezionisti/studiosi e soprattutto espertissimi di arte. Tutti hanno fatto dell’arte la loro ragione di vita per ben una settimana. Quando un poliziotto picchia un ragazzo, o quando un centro sociale viene sgomberato o gli studenti manifestano in piazza ecco che diventano tutti, ma proprio tutti, di sinistra. Ma non di una sinistra moderata, tipo pd, no, di una sinistra rosso sangue, comunista o anarco-insurrezionalista  e fischia subito il vento e urla la bufera. Poi, quando qualcuno decide di sdoganare parole tipo “degrado” e “legalità”, ecco che improvvisamente diventano tutti reazionari, e basta con ‘sti centri sociali e solidarietà alle forze dell’ordine.

A Parigi sono più coerenti. Lì, molto semplicemente, sono tutti Parigini. Sempre, comunque e prima di tutto Parigini. E questo, in automatico, li rende Qualcuno.

Durante la settimana della moda, a parte i buyer che fanno il loro lavoro,  tutti sono fotografi e giornalisti. Ma di grido eh! mica amatoriali! Di quelli che girano a braccetto con Kate (Moss, ovvio), che vanno a prendere il te con Miuccia (Prada, che domande) e che Franca (Sozzani, naturalmente) li implora di lavorare per lei ma Vogue è decisamente troppo mainstream. E tutti esigono almeno venti accrediti per le sfilate e trenta inviti alle feste. Ma poi foto e articoli?
Fatto sta che questi soi-disant guru delle pr e dei media riescono molto meglio di me ad ottenere quello che vogliono, beati loro. Io chiedo l’invio delle cartelle stampa e spesso non me le mandano, perché io sono nessuno: Ma guardate che a nessuno interessa davvero la vostra attività! 

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