Buona serata a tutti!
Cineasti indipendenti
Accadde in novembre: I ragazzi di Santa Insolvenza – un
collettivo di giovani che operano soprattutto contro il precariato - occuparono il Cinema Arcobaleno. Per quattro
giorni ridettero vita ad una storica sala cinematografica nel cuore di Bologna
e da tempo in disuso, restituendolo così, anche se per breve tempo, alla
comunità. Diverse realtà del cinema indipendente bolognese offrirono la loro
collaborazione. Ne seguirono tre notti di proiezioni gratuite e aperte a tutti:
un’ occasione di condivisione tra pubblico e operatori del settore, senza
filtri, senza censure e senza compromessi. La sala era strapiena. Un sogno.
Ma il sogno finì con un brusco risveglio: i ragazzi di Santa
Insolvenza ebbero lo sfratto e il cinema Arcobaleno fu di nuovo chiuso. Era dunque
stato davvero solo un sogno? Qualcuno non era d’accordo…
Il detonatore è stata una semplice mail, fatta girare tra i
vari operatori degli audiovisivi presenti sul territorio: un appello lanciato
da qualcuno che aveva partecipato al sogno e riteneva fosse possibile
trasformarlo in realtà, e non solo per pochi giorni. La risposta non si è fatta
attendere: in massa gli operatori degli audiovisivi hanno risposto alla
chiamata alle armi dando corpo e voce ad un Movimento.
Sono circa un centinaio. Attualmente si sono divisi in
gruppi operativi al fine di costruirsi un identità collettiva e si nutrono del
proprio entusiasmo, interrogandosi sul futuro del loro lavoro, sulla possibile
riqualifica degli spazi e sul collocamento di prodotti che raramente trovano
spazio nel main-stream.
Già compaiono i primi contenuti: Proprio in questi giorni il
web è stato invaso da video virali Il primo è stato “Lo strano caso degli
uomini in valigia”, volto a sensibilizzare sulle tematiche dello spazio e delle
risorse. Sullo sfondo è chiaramente visibile il cinema Arcobaleno con la
serranda abbassata.
Il secondo video a fare la sua dirompente comparsa sulla
rete è in realtà un progetto di ampio respiro: una “soap opera” intitolata “Il
morbo di Kino”. Un morbo che si diffonde portando al delirio i poveri cineasti,
già esasperati dalle difficili condizioni lavorative.
Entrambi i lavori hanno avuto grande visibilità, non solo
sul web ma anche sulla stampa: addirittura un fake allarmistico presenta il
morbo di Kino come una vera patologia che costringe al ricovero ospedaliero due
registi.
Attendiamo con ansia il seguito
della storia e i possibili eccitanti sviluppi!
Sara Kaufman. "Gagarin. Orbite culturali" gennaio 2012
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