In un periodo in cui tutti vogliono essere qualcuno, io non
sono nessuno. Ma proprio perché non sono nessuno, sono tutti. Ed essere tutti è
meglio di essere qualcuno.
A Milano sono tutti designer. è incredibile. Qualunque
professione/hobby/passatempo ecc tu svolga o abbia occasionalmente praticato
pare ti dia diritto all'etichetta di designer. Però non si capisce mai tutti
questi designer cosa "designano", dove come e quando espongono, se
vendono qualcosa e se sì cosa e, in buona sostanza, che cosa fanno da mane a
sera. Forse, inconsciamente, sono anche io una designer. Forse siamo tutti dei
designer e dobbiamo solo far emergere il nostro design interno. Ma io mi
chiedo: gli architetti, i fabbri, gli orafi, i sarti, i modellisti, gli
ingegneri edili, i falegnami, gli idraulici, gli elettricisti, i calzolai, gli
informatici, i pittori, gli scultori e i muratori che fine hanno fatto?
A Bologna tutti cambiano identità a seconda di come gira il
vento. Per esempio, adesso c’è stata Artefiera e improvvisamente erano tutti
artisti/collezionisti/studiosi e soprattutto espertissimi di arte. Tutti hanno
fatto dell’arte la loro ragione di vita per ben una settimana. Quando un
poliziotto picchia un ragazzo, o quando un centro sociale viene sgomberato o
gli studenti manifestano in piazza ecco che diventano tutti, ma proprio tutti,
di sinistra. Ma non di una sinistra moderata, tipo pd, no, di una sinistra
rosso sangue, comunista o anarco-insurrezionalista e fischia subito il vento e urla la bufera.
Poi, quando qualcuno decide di sdoganare parole tipo “degrado” e “legalità”,
ecco che improvvisamente diventano tutti reazionari, e basta con ‘sti centri
sociali e solidarietà alle forze dell’ordine.
A Parigi sono più coerenti. Lì, molto semplicemente, sono
tutti Parigini. Sempre, comunque e prima di tutto Parigini. E questo, in
automatico, li rende Qualcuno.
Durante la settimana della moda, a parte i buyer che fanno
il loro lavoro, tutti sono fotografi e
giornalisti. Ma di grido eh! mica amatoriali! Di quelli che girano a braccetto
con Kate (Moss, ovvio), che vanno a prendere il te con Miuccia (Prada, che
domande) e che Franca (Sozzani, naturalmente) li implora di lavorare per lei ma
Vogue è decisamente troppo mainstream. E tutti esigono almeno venti accrediti
per le sfilate e trenta inviti alle feste. Ma poi foto e articoli?
Fatto sta
che questi soi-disant guru delle pr e dei media riescono molto meglio di me ad
ottenere quello che vogliono, beati loro. Io chiedo l’invio delle cartelle
stampa e spesso non me le mandano, perché io sono nessuno: Ma guardate che a
nessuno interessa davvero la vostra attività!
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